Appunti di viaggio 2017, ritorno a Montecassiano.

25-09-2017 09:30 -

Quattro anni fa non avevo avuti il modo di apprezzare i Campionati di Società e questo piccolo borgo caratteristico, un altro gioiellino delle agrodolci colline marchigiane. Se non ci fossero queste manifestazioni, rimarrebbero ignorati, e la volta scorsa urgenze familiari, oramai risolte, mi impedirono di scoprirlo. Per me è anche un ritorno ai CdS. L´anno scorso, invidie, gelosie e comportamenti infantili da parte di adulti a rischio andropausa, avevano rovinato un bel giocattolo costruito con passione. Una squadra di provincia, nata con lo scopo di partecipare ai CdS e l´obiettivo prima o poi di vincerlo, un bel gruppo di amici, credevo, si era sciolta fragorosamente. L´obiettivo era rimasto, e per me anche una possibile dimostrazione che molto si ottiene, se c´è l´impegno. Nel 1970 Campionato di Società Juniores, la squadra in cui ero, l´Unipol di Reggio Emilia, piccola città di provincia, era riuscita a vincere, sorprendendo Fiamme Gialle e Carabinieri. Un altro dei componenti di quella squadra è in gara qui e anche alcuni degli sconfitti di allora, ancora avversari. Sono passati decenni, lauree, lavori, matrimoni, figli, ma la passione è rimasta la stessa.
Con il mio amico Dario Rappo questo anno ci siamo iscritti alla Virtus Castenedolo e proviamo a concretizzare l´obiettivo. Io sono appena rientrato da un viaggio di lavoro di dieci giorni in Portogallo, il tendine non è ancora a posto, e Dario ha un problema ad un adduttore, ma si va. La nuova squadra è un bel gruppo, ci si ritrova il venerdì sera, si aggiusta la formazione, si ritirano i pettorali, abbiamo tutti il numero uno perché siamo i campioni uscenti, io preparo un taping turchese a Dario, e una fasciatura protettiva per me, e poi a letto presto.
Il sabato mattina la minaccia di pioggia non si trasforma in acqua, a Gavardo era stato vento e pioggia, saltare sotto l´acqua non ci piace e sarà bellissimo la domenica. La manifestazione è bene organizzata, faremo tutti i complimenti agli organizzatori. Troviamo vecchi amici, è veramente un piacere ritrovarsi, il tempo passa, noi ci siamo ancora, ogni anno è una festa.
Guardo gli altri gareggiare e mi preparo per il salto in alto, l´idea era di saltare per coprire la gara, nella serie successiva il mio compagno di squadra avrebbe provato a raggiungere sul podio i tre soliti, l´airone, il surfista e il bionico. Ma Daniele nel triplo esagera, l´agonismo colpisce ancora, e tocca a me cercare un buon risultato. Ho aggiustato la rincorsa per essere regolare, otto appoggi in progressione dovrebbero essere, come mi suggerisce Daniele, entro a 1.24 per sicurezza, poi 130, 133, 136 alla prima, a 139 non riesco, anche se alla seconda tiro giù l´asticella con un tallone. Siamo in quattro, che a turno negli abbiamo vinto nella nostra categoria, e questa volta finiamo tutti con la stessa misura, terzi a pari merito tra i meno giovani, due splendidi vecchi fanno meglio di noi. Bene per tutti, il molli, il dottore, il ventralista e il grillo, che sarei io. Adesso guardiamo i giovani, sperando che nella classifica compensata non ci passino in troppi: sembriamo dei vecchi gufi, appollaiati alla recinzione, finiremo noni, i tre soliti e altri due ci passano.
Ci ritroviamo con la squadra a cena, cerchiamo di valutare i risultati e consolidare la strategia per il giorno seguente: la possibilità di vincere maschile e femminile è reale, ma non sarà facile: impegno massimo, come sempre. Chi non gareggia tira tardi e beve grappini.
La domenica sono in tribuna, qualche foto e tanto tifo. Seguo Dario con il cronometro, obiettivo arrivare nei cinque. Gli avversari studiano tattiche raffinate, la lepre che protegge dal vento, l´assistenza allo spugnaggio stile la borraccia di Bartali e Coppi, fino al ritiro all´ultimo giro. Ma Dario comunque arriva quarto, con due ultimi giri in ottima progressione, come suo solito.
Gli avversari sono in ogni caso amici, e anche loro si stanno rendendo conto che per questo anno noi siamo i migliori: ci provano ancora, ma non ce n´è per nessuno.
Da sempre chiamo corazzata l´Olimpia, la squadra di Werter, l´ammiraglio, lo stratega e a volte anche la badante dei suoi atleti, con a bordo lascari di tutti i mari. Ma noi siamo la portaerei, dalla tolda partono missili irraggiungibili, Paola, Barbara e Cristina, e volano leonesse come Monica, Stefania, Chiara e Pita, e cannoni sparano ancora come Paola la capitana. Gli uomini hanno la stessa grinta, e grandi risultati arrivano.
Alla fine è festa grande, l´abbiamo costruita e meritata, ancora una volta una squadra di provincia vince un campionato italiano di società in atletica. Ottimo ritorno a Montecassiano, ottimo inizio con la Virtus Castenedolo.



Fonte: Nani Prampolini