Il nostro Presidente onorario Ottavio Castellini scrive sul sito dellĀ“ASAI

17-01-2016 19:32 -

A Erminio Rozzini la Palma di bronzo al Merito Tecnico: dietro ci sono 47 anni di lavoro sul "campo"

"Caro Erminio, con grande felicità comunico che il CONI ti ha conferito la Palma di Bronzo al Merito Tecnico per l´anno 2014 in riconoscimento dei risultati ottenuti in qualità di tecnico sportivo.

Con questa onorificenza l´organizzazione sportiva nazionale, oltre che attestare le tue capacità e i risultati conseguiti in tale attività, desidera anche esprimerti profonda riconoscenza per l´impegno dedicato allo sport in tanti anni".
Questo è l´incipit della lettera firmata dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, ricevuta qualche tempo fa da Erminio Rozzini, tecnico della Atletica Virtus Castenedolo...da sempre, è a dire dal 1969 anno di fondazione del sodalizio bresciano. Di quell´atto fondativo sono rimasti in due: Erminio appunto e suo cugino Sergio Lombardi, che ancora allena ragazze e ragazzi per lo sprint. Quasi 47 anni di vita sportiva (su un totale di 68) trascorsi tra lavoro, famiglia, la passione per le moto antiche condivisa con il fratello Franco, e l´atletica, quella vissuta ogni giorno sul campo, ripetiamo, ogni giorno. Un tecnico che, curiosamente, non ha praticato atletica da ragazzo. Gli piaceva tantissimo, ma non c´era il tempo: ogni giorno si faceva il tragitto da Castenedolo (dove è nato) a Brescia in bici per frequentare le scuole professionali, altro tempo non c´era per andare a fare sport.
Uomo di poche parole e di radicati sentimenti, ha fatto della serietà sul lavoro il suo distintivo, sia che si trattasse di lavoro-lavoro sia di lavoro-hobby oppure hobby-lavoro. Nel suo bagaglio di allenatore c´è un campionario ricchissimo, che non ha mai esibito con baldanza ma sempre con modestia, sottovoce. Maglie azzurre assolute e giovanili, titoli italiani che spaziano dai cadetti ai masters, atleti partiti da modeste pedane (amici bresciani ricordano ancora il famoso pezzo di terra che chiamavano "Moschine") e arrivati ai Giochi Olimpici, ai Campionati Mondiali, Europei, ai Giochi del Mediterraneo, alla Coppa Europa, alle grandi manifestazioni indoor e outdoor. Un nome su tutti: Dario Badinelli, ghedese, diciassette titoli italiani assoluti, dieci all´aperto, sette in pista coperta, e in più un titolo da allievo. Ancor oggi il suo 17.12 di triplo è la sesta prestazione di ogni tempo, quando la ottenne era la seconda a soli 10 centimetri dal mitico 17.22 di Giuseppe Gentile, record del mondo e bronzo olimpico.
Adesso ci cimentiamo in un difficilissimo esercizio, molto più pericoloso di camminare sulla fune e attraversare le cascate del Niagara: citare gli atleti passati sotto le "grinfie" di Erminio Rozzini alla Virtus Castenedolo, almeno quelli, diciamo così, titolati. Cominciamo? Palma Beccalossi e Maddalena Tassoni, velociste, Ornella Martini, giavellottista, Viola Brontesi, salti e prove multiple, Giada Scalvini e Roberta Fenaroli, altre atlete dei salti in estensione. E della figlia Giulia Rozzini, oggi ingegnere e mamma felice, lanciatrice di martello, non dici niente? "Le ho dato i primi rudimenti di atletica, faceva un po´ di tutto, ma poi al martello l´hanno plasmata il mai dimenticato "Yuro" Ragnoli e Giampaolo Urlando. Io ho passato la mano". Fra i ragazzi, quel talento di Renato Biatta, "mai visto un atleta così versatile" (opinione di un socio ASAI di Brescia), tutti gli specialisti dei salti: Dominique Rovetta, Ettore Maggi, Andrea D´Amore, quelli delle prove multiple: il già citato Biatta, Daniele Conti, Alberto Pace, due dei quattro che vinsero il titolo italiano allievi di prove multiple; ci sarebbe da dire tanto altro ancora, aggiungere qualche altro nome che sfugge in questo momento ma.....fate un giro su http://www.virtuscastenedolo.it/file/top10.pdf e scoprite le liste TOP 10 della Virtus Castenedolo, una lettura istruttiva tenuto conto della dimensione del sodalizio.
Un capitolo a parte nelle vicenda umana e tecnica di Erminio Rozzini merita il rapporto con la saltatrice cubana approdata a Brescia sulla scia...di un marito! Il suo nome: Magdelin Martinez. Brevemente: inizia il sodalizio tecnico con Erminio, i miglioramenti sono vistosi, ottiene il quarto posto ai Mondiali di Edmonton 2001 a sei centimetri dal podio; nel 2004 sigla il record italiano a 15.03, la Federazione vuol mettere becco, ovviamente..... si arriva ai Mondiali di Berlino 2009 dove Magdelin non supera la qualificazione. Il suo nome è scritto vicino alle prime 18 prestazioni nel salto triplo (vedere le liste dei nostri Sabbadin/Rivis http://www.asaibrunobonomelli.it/images/files/alltime-f-al-31122015.pdf) "È stata una esperienza utilissima per conoscere atleti di altissimo livello, per sviluppare nuove conoscenze di lavoro dal punto di vista della preparazione...grandi soddisfazioni e grandi delusioni. I risultati, i records, i piazzamenti, sono molto importanti, ma conta molto di più l´aspetto umano, e questo, purtroppo, è completamente mancato".
Caro Coach, oggi va di moda, anzi è inflazionata, questa americanata della Hall of Fame, il muro della gloria. Noi invece crediamo che sia molto più importante aver scolpito il proprio nome nel cuore dei tanti ragazzi e ragazze che hai educato in 47 anni di "campo" piuttosto che vederlo su uno sciocco pezzo di marmo. O ricevere dal CONI (a proposito quando? la lettera di Malagò era datata 20 luglio 2015....) un tardivo riconoscimento.

Nelle foto di Elio Forti: Erminio Rozzini (con il maglioncino azzurro) recentemente in visita di consultazione alla Biblioteca dell´atletica a Navazzo, insieme alla moglie Ione e agli amici Giulio Lombardi e Francesco Baiguera.

Fonte: ASAI